1 colore vale più di 1000 parole
“Dalla bocca esce la parola, il segno e simbolo. Se è segno, la parola non significa nulla. Se invece è simbolo, significa tutto”. Carl Gustav Jung
SIGNIFICATO E SIMBOLO
Noi specie Homo-Sapiens eravamo di costituzione gracile, più piccoli ed una minoranza rispetto al Neanderthal. Homo-sapiens però ha ribaltato le parti fino a portare all’estinzione della specie rivale: gli antropologi oggi ritengono che l’elemento chiave sia stato il “gossip”, una maggiore capacità di comunicare elementi astratti e creativi che permesso la crescita di tribù con un numero via via sempre maggiore (più di 150 unità), con conseguente vantaggio economico e capacità di rispetto agli avversari.
La mente umana riesce a percepire colori ed immagini, dare una forma agli oggetti, riconoscerli, interpretarli. Da questa prima fase di percezione sensoriale nasce la capacità di riorganizzare, classificare, memorizzare o rimuovere. La sensazione segnaletica viene codificata e poi assume un significato e diventa un simbolo, una mutazione costitutiva e necessaria per comunicare.
Una informazione per essere comunicata ha bisogno di codice condiviso, ma per essere capita necessita di un significato, che è un terzo elemento esterno.
Proprio per poter comunicare l’uomo ha inventato una procedura per accordarsi sui segni, gesti e parole. Quando tale accordo è fatto nasce un gruppo, all’interno del quale tutte le persone condividono il significato di alcune parole chiave, che sono poi i valori fondanti e simbolici di quel gruppo.
Un’azione comune o di influenza implica una cooperazione di tre elementi: un’idea iniziale concettuale, segni e pensieri per codificarla e interpretarla e una consapevolezza culturale che gli dia significato. Il simbolo è necessario per trasformare la comunic-azione in azione-comune.
SIMBOLO E INCONSCIO
“L’inconscio personale poggia su uno strato più profondo… che io chiamo inconscio collettivo”. Carl Gustav Jung
Significati e simboli permettono attività cosciente, il pensiero razionale, la logica e il linguaggio. Ma la nostra mente conscia utilizza parole, significati, simboli che hanno una origine inconscia. Il mondo simbolico non è un qualcosa che sta semplicemente all’esterno di noi, ma è anche dentro di noi: una forma di linguaggio primario (semantico) s’inscrive in noi fin dalla nascita; nel nostro inconscio il simbolo è presente come contenuto e come meccanismo prima ancora della parola e linguaggio.
L’inconscio è un grande serbatoio e dentro possiamo trovarci di tutto: in un primo momento abbiamo scoperto desideri inammissibile, traumi, rimozione, repressioni. Poi con il tempo abbiamo delineato un delineato un inconscio collettivo ed un inconscio assoluto.
“L’inconscio collettivo è il precipitato di tutte le esperienze mondiali di ogni epoca, è quindi un’immagine del mondo che si è venuta formando nel corso di eoni. In questa immagine si sono delineati nel corso del tempo determinati tratti, i cosiddetti dominanti.
I contenuti dell’inconscio assoluto non sono solo residui di funzioni arcaiche specificamente umane, bensì anche residui di funzioni degli antenati animaleschi dell’uomo, la cui durata è stata infinitamente maggiore dell’epoca relativamente breve che riguarda l’esistenza specificamente umana.”
“Tutti gli istinti fondamentali e le modalità elementari del pensiero sono collettivi. Tutte le cose che gli uomini concordano nel considerare come universali sono collettive, come pure è collettivo tutto ciò che è capito, osservato, detto e fatto da tutti.”
Carl Gustav Jung
Chiudiamo gli occhi per un istante: buio. Un senso di insicurezza, di pericolo, un sentimento di incertezza che nessuno ci ha spiegato ma che tutti percepiscono più o meno intensamente. Il significato del buio è innato e condiviso, un simbolo contenuto nell’inconscio assoluto.
INCONSCIO ED EMOZIONI
Simboli, significato e senso quando sono nell’inconscio sono nella loro forma più pura, emozionante, illogica e irrazionale.
Un concetto, un’idea raggiunge il massimo significato quando è inconscia, e un’emozione che coinvolge ci travolge e ci motiva a fare qualsiasi cosa. Esprimere un’emozione con le parole è talvolta impossibile e dare un nome alle emozioni è una tecnica, nota come “affect labeling”, utilizzata per diminuire la loro intensità e cercare di controllarle.
Ma al contrario se vogliamo migliorare ed aumentare il coinvolgimento emotivo, dimentichiamo le parole e diamo spazio ai colori.
EMOZIONI E COLORE
Il valore simbolico che noi tutti diamo ai colori è inconscio. Le sensazioni che ci danno i “colori caldi” e “colori freddi” sono nati nella notte dei tempi, prima del linguaggio, e hanno per noi un valore universale e presente nell’inconscio collettivo.
I colori a tinta piena, “vivaci”, sono simbolo di vita e creazione, un significato ancora più profondo e presente nell’inconscio assoluto, un’eredità che proviene dagli antenati animaleschi dell’uomo. Perché ? La risposta sta tutta intorno a noi: piante e animali per 450 milioni di anni hanno comunicato il concetto da veri artisti, capaci di dar vita a forme di creatività e di espressione estetica percepibili da specie diverse della loro. Performance dal gusto raffinato che, come sappiamo da Charles Darwin, stanno a indicare un buono stato di salute e un buon assortimento genetico.
È quindi per una vera opera di selezione riproduttiva e sessuale che tutte le forme di vita hanno affinato doti artistiche e ornamenti: frutti cangianti, piumaggi appariscenti, incredibili capacità canore, balli eleganti e petali iridescenti.
Una “sinfonia colorata” per comunicare emozioni,
che ci fa rimanere “senza parole” !!!
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